Questa sera si disputerà in quel di Atene la finale di cèmpsionlìg (pronunciata in accordo alle regole della fonetica galeazziana): ma questo blog non parla di arte pedatoria, né tampoco di calcio moderno.
Però bisogna constatare che non v'è occasione migliore di un evento di tale por[ct]ata, per decidersi a cucinare un piatto greco (ma ROTFL!) la cui esistenza mi è stata svelata da un bergamasco biondo y tinto, presunto bisex e fan di Madonna (via quel 'presunto'!), con cui coabitavo a Milano, in BözenStraße 1.
In verità in verità vi dico che il tipo (ciao Giulio!) era solito preparare la pietanza in un minuscolo microonde (bontà sua): nel ripetermi qui a Roma, in assenza del suddetto microonde, ho scoperto che un comune forno a gas è più che sufficiente, financo quella fetecchia che ho in casa.
Ordunque, come si capisce facilmente dal titolo del post, per incominciare l'avventura abbisognate di:
- τσυκιηε
- φέτα
- un forno
- una teglia
mentre i più fantasiosi di voi possono optare per l'aggiunta di una spezia a scelta tra:
Le τσυκιηε vanno lavate,
circoncise in modo da eliminare il
prepuzio e il
postpuzio alle due estremità, e tagliate in pezzi piccoli, di mezzo centimetro di spessore e dalla forma di quarto di circonferenza.
Se la trigonometria non fa per voi, beh, allora tagliatele come più vi aggrada, anche a forma di
patatine playstation™, nel qual caso potreste trovare preferibile usare un
bulino o un
succhiello anzichè un comune
machete da cucina.
Avete affettato le τσυκιηε? Bene, mettetele temporaneamente da parte (detto con voce alla
Lucarelli e con le mani congiunte a formare l'immagine di un ragnetto che cammina su uno specchio).
Procedete in modo analogo con la φέτα, ovviamente senza lavarla, pur sapendo che non è
pastorizzata (a meno che non siate degli sporchi igienisti: nel quel caso, FUORI DI QUI!).
Sminuzzatela in cubetti della dimensione di una zolletta di zucchero e unitela alle τσυκιηε preparate in precedenza.
Ammischiate il tutto come streghe che rimestano il calderone del sabba, indi depositate il risultato nella teglia che avrete poi cura di informare del fatto che state per infornarla.
Paura, eh? (sempre con la voce del
Lucarelli di cui sopra)
Al solito, non preoccupatevi troppo della temperatura del forno, a meno che ad un certo punto non sentiate provenire dalla vostra cucina uno strano odore di
plasma gassoso.
Ora, forse non tutti sanno che (cfr. "
La Settimana Enigmistica") la φέτα ha un punto di fusione prossimo a quello dell'acciaio temperato misto all'amianto: a tal proposito si pensi che i pompieri di
Θεσσαλονίκη sono soliti ungersi il corpo con essa prima di addentrarsi nel ventre degli edifici in fiamme (con il risultato che i pompieri si ustionano lo stesso, mentre gli inquilini rimasti intrappolati trovano il coraggio di fuggire via all'istante a causa del fetore e non devono essere portati in salvo singolarmente).
Perciò, non vi aspettate che la φέτα si sciolga per giudicare finalmente ultimata la cottura: diciamo che la scomparsa delle τσυκιηε - sostituite da un composto nerastro simile alla grafite - è indizio che siete andati
un tantinello oltre.
Ovviamente, dovete avere la pazienza e la perseveranza di rimestare ogni tanto l'amalgama con una cucchiara di legno.
Potete ritenervi soddisfatti quando la φέτα si è ben rosolata sino a divenire superficialmente arancione (anche se non ripete un mantra
Hare Krishna, va bene lo stesso) e le τσυκιηε sono finalmente rattrappite senza essersi disidratate.
Estraete la teglia dal forno tramite una pinza da fonderia e ricoprite l'ammasso caustico con una delle due spezie elencate un po' più su.
Eccheqquà!
Avrete notato l'assenza di sale aggiunto: ebbene, così come dall'unione tra quel mostro di
Klaus Kinski e Ruth Brigitte Tocki (il cui aspetto ignoro, ma non faccio fatica ad accomunarla ad un angelo) è venuta fuori quella
topona di
Nastassja, anche dalla commistione di un alimento insipido, quali sono le τσυκιηε, e di un alimento sapidissimo qual è la φέτα, può venir fuori qualcosa di splendidamente saporito.
Se proprio non avete della
retsina potete berci sopra un Corvo bianco (ma badate bene che sia freddo, eh!). In alternativa, anche un rosso corposo - che non costi meno di due euro e mezzo a bottiglia - si presta bene allo scopo.
"
That win the best!", come direbbe il poeta.
Da preparare ascoltando:
Aphrodite's Child - "
Tribulation" - dall'album "
666" (1972).
NdIO: non sapete cos'è la
φέτα né tantomeno cosa sono le
τσυκιηε? Un buon motivo per pentirvi di non aver fatto il classico (mica come me che ho fatto lo scientifico) :)